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4 Un bivacco di “cittadini”

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A fronte di una sempre più totale chiusura nei confronti dei media italiani, Beppe Grillo continua, invece, a non risparmiarsi interviste e apparizioni su quelli esteri.

E’ di oggi infatti una intervista pubblica sul Time World, specchio del sempre più crescente interesse con cui, all’estero, guardano al M5S e alla situazione italiana in generale. Nonostante il tono equilibrato e razionale dell’intervista, Beppe riesce a infilare una dichiarazione piuttosto roboante:

We still need to discuss it. And then we’ll write in the program. Give us time. I propose a basic idea. It’s not a political plan. It’s a view of the world. It’s not substituting one political class with another. We want 100% of parliament, not 20% or 25% or 30%. When the movement gets to 100% when the citizens become the state, the movement will no longer need to exist. The goal is to extinguish ourselves.

 

E’ forse la prima volta, benché il concetto fosse stato espresso in termini diversi ripetutamente, che Grillo dice chiaro e tondo qual’è il suo piano: il 100% del parlamento. Non siamo più di fronte a un partito che mira alla maggioranza assoluta alla camera ed al senato, ma ad uno che, nei suoi piani, ha la totale occupazione dei due rami del parlamento. Ai lettori, italiani ed esteri, le conclusioni

 

 

4 commenti »

  1. vanni scrive:

    l’ha sempre detto in piazza, ma nessuno gli ha dato retta perché “parla da comico”. anch’io credevo che fosse un’iperbole spaccona, ma ora che rifiuta qualunque ipotesi di alleanza a costo di mandare l’italia in default capisco che era serissimo. forse non ambirà davvero al 100%, ma di sicuro ai due terzi delle due camere, così da poter cambiare a piacere la costituzione. a partire dall’articolo 67, in modo che chi non vota come dice lui non esca più dal movimento, come è in suo potere già oggi, ma dal parlamento. a meno che cambi idea, grillo è fuori dalla logica democratica. e lo dice, quando afferma che vuole sostituire la democrazia rappresentativa con la democrazia diretta. che cosa sia la democrazia diretta lo stiamo vedendo: decide tutto lui, salvo lasciare magari un po’ di autonomia ai pizzarotti sull’inceneritore di parma di cui in realtà non gli importa nulla.

  2. scottibile scrive:

    Non siamo più di fronte a un partito che mira alla maggioranza assoluta alla camera ed al senato, ma ad uno che, nei suoi piani, ha la totale occupazione dei due rami del parlamento.

    Non è che “non siamo più di fronte”. Partecipare alle elezioni è stato un passo necessario ma ancora solo propedeutico, oggi il 25% e domani – per forza di cose – la totalità. Grillo non ha mai nascosto la sua avversione per la dialettica democratica tradizionale, la quale contempla il compromesso e la mediazione perché riconosce una banale verità: la varietà degli individui non è immediatamente conciliabile e comunque non è oggetto di politica, mentre lo è la concertazione organica delle diversità. L’abbaglio grillino consiste nel ritenere, semplicisticamente, che le richieste dei cittadini si possano identificare e soddisfare direttamente e senza un’opera di filtro e razionalizzazione preventivi (id est il realismo). E’ il diffuso inganno per cui la gente sa benissimo cosa è buono e di cosa ha davvero bisogno. Il M5S, quando si presenta, spesso, come l’innesco per una rivoluzione culturale non fa solo uso di retorica ingenua ma dichiara sinceramente le sue velleità megalomani, che sono, da sempre, indirizzate ad una fantomatica terapia antropologica per mezzo di un repulisti generale. La dottrina grillina sottende l’idea che il consorzio civile sarebbe intrinsecamente sano e maturo se non fosse intossicato dalle macchinazioni dei centri di potere (variamente identificati) gestiti da pochi individui. Ne consegue che, elimanato il focolare infettivo, i cittadini tutti aprirebbero gli occhi e per necessità e in modo spontaneo converrebbero con la giustezza delle istanze grilline, che di fatto non sarebbero più grilline ma semplicemente le istanze naturali di ogni cittadino. E’ una sorta di teodicea criptognostica dove il male non sta nell’uomo, che è buono, bensì nelle insidie dei demòni (“la Casta”) dalla natura inemendabilmente corrotta e aliena.

  3. Emiliano Cinquerrui scrive:

    Post sia.

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