Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

0 Uno vale uno? Dalla teoria alla pratica

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“Uno vale uno”: abbiamo sentito ripeterlo fino allo sfinimento, prima, durante e dopo la campagna elettorale, è il mantra simbolo della democrazia diretta all’interno del Movimento 5 Stelle, uno dei suoi principi costitutivi da sempre, la base su cui poggia il presunto primato etico del M5S rispetto ai partiti tradizionali.
Ma sarà veramente così?
Nei giorni in cui Grillo si scaglia contro il diritto di cronaca (“i giornali sono pagati per sputtanarci”), a sollevare dubbi sul reale rispetto del codice etico nel M5S è un’attivista di vecchia data, Giovanna Serpico, militante nel meet-up di Como.
In un’intervista rilasciata al magazine on-line Giornalettismo, la Serpico, ex candidata alle elezioni regionali lombarde, racconta dell’inquietante deriva del meet-up comense, stretto ormai tra vecchie logiche partitiche, faide interne e interessi personali estranei al codice etico del movimento.
La Serpico non si limita ad una denuncia generica ma fa i nomi e i cognomi di coloro che lei individua come responsabili. Bersaglio dell’attacco è in particolare Angelo Nicotra, candidato alle regionali lombarde e, secondo la Serpico, responsabile di un’opaca gestione della composizione delle liste, con l’obiettivo di escludere il candidato Marco Massimiliano Patrini per favorire l’ingresso di Antonio Endrizzi, già al centro delle polemiche per via della sua non dichiarata militanza prima in Forza Italia e poi nel PDL e, per questo, ritenuto dai grillini un “infiltrato”.
Una patata bollente su cui Grillo e Casaleggio non si sono espressi in maniera esplicita.
I motivi? Malignando ci si arriva: le accuse così circostanziate della militante grillina non rivelano soltanto un episodio di deprecabile malcostume, ma contribuiscono a svelare in parte la grande truffa del M5S: laddove il retore giullare urla per arringare le masse acritiche e predica la positiva diversità della sua creatura rispetto agli altri concorrenti del panorama politico, ci pensano i militanti e le loro miserie umane a riportare sul piano della realtà il miraggio della democrazia diretta e a insegnare al duo Grillo-Casaleggio la drammatica differenza tra la teoria e la pratica, qualcosa che non solo Grillo tarderebbe a definire “sputtanamento”.

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