Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

1 Victor Klemperer

(di Carlo de Luca)

Victor Klemperer era un uomo fortunato, sebbene non sapesse di esserlo. Era difficile per un ebreo tedesco sopravvivere a 12 anni di nazismo e ai bombardamenti alleati, senza neanche finire in un campo di sterminio. Klemperer ebbe l’enorme fortuna di aver sposato un’ariana, una donna che non divorziò (malgrado le pressioni ricevute) e accettò di continuare a vivere con lui nella degradazione e nell’umiliazione crescenti. Consapevole che nel momento stesso in cui l’avesse lasciato, il marito sarebbe stato deportato.
Klemperer, uomo senza particolari qualità, era stato fino al 1933 professore di filologia e lingue romanze. Perse il lavoro in quanto ebreo (malgrado avesse dovuto pronunciare, pochi mesi prima del licenziamento, un giuramento di fedeltà al Fuhrer). L’aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale gli garantì la pensione; l’essere sposato a un’ariana gli garantì la vita ma non le umiliazioni; quelle le subì tutte – sia lui che la moglie, “la puttana di un ebreo”.
Per dodici anni scrisse un diario – straordinaria testimonianza dal basso della vita sotto il nazismo – e uno studio sulla lingua nazista, a parziale compensazione di ciò che per lavoro non poteva più fare. LTI, Lingua Tertii Imperii. In questo piccolo saggio Klemperer afferma e cerca di dimostrare, pur nella povertà di mezzi (a un certo punto agli ebrei fu impedito l’accesso in biblioteca), la tesi che la lingua di una collettività determina i pensieri dei suoi componenti.
La citazione iniziale è di Rosenzweig, “la lingua è più del sangue”; ma Klemperer ricorda anche Schiller, “la lingua colta che crea e pensa per te”.
Per 300 pagine il pedante professore si sforza di mostrare in che modo il regime nazista impiegò il linguaggio per influenzare il pensiero della popolazione. Certi termini, se usati con sufficiente frequenza e ripetizione, smettono di avere un significato negativo per assumerne uno positivo, o viceversa. Klemperer usa di continuo esempi pratici; il “fanatismo“, termine dalla connotazione fino al 1933 negativa nella lingua tedesca, si trasforma lentamente in una qualità. La volontà “fanatica” diventa non la volontà di un esaltato, di un folle, ma la volontà che non tentenna davanti a nessuna difficoltà.
La trasformazione avviene a più livelli. Gli ebrei sono associati invariabilmente al termine parassiti. L’associazione è così automatica, così scontata, che alla fine – per tutti – essi diventano tali, e ciò che è un’affermazione del regime diventa una verità per il popolo.
Ecco, questa era la premessa. E questo è il motivo per cui scrivo queste righe proprio qui. Le parole sono importanti.
Non è irrilevante affermare in continuo, ripetere, martellare, che i politici sono “tutti ladri”, “parassiti”, “zombie” che vanno “cacciati fuori” a pedate, “seppelliti”, che i partiti vanno “spenti”. Non è né irrilevante e neppure casuale; testimonia invece una precisa volontà in tal senso, alla quale tutti quelli che ripetono questi concetti si prestano inconsapevolmente.
Ripetiamo invece con forza:
  • Non esiste una sola democrazia al mondo che non abbia partiti. Ci possono essere dittature con più partiti, ma non esistono democrazie monopartitiche.
  • Gli esseri umani non sono parassiti. Che siano ebrei, assassini, zingari o politici non sono parassiti, perchè i parassiti si sterminano.
  • Gli avversari politici non si seppelliscono né si buttano fuori dal Parlamento – o dal partito – a pedate, perché se lo si fa la democrazia diventa solo una parola.
  • Se il potere reale è in mano ad una sola persona, quella non è democrazia. Non basta chiamare democrazia una dittatura perché si trasformi nel suo opposto.
  • Lo scontro politico non è una guerra, perché in guerra gli avversari si uccidono.

L’uso dei termini da parte del Movimento Cinque Stelle e il loro contesto sono strutturati in modo da nascondere la carica di violenza (del resto parliamo di un partito fondato da un professionista della risata e un esperto di comunicazione e marketing), ma intanto il linguaggio si diffonde; i concetti si fanno strada nelle menti; l’anormalità si trasforma nella normalità. Siamo già molto avanti su questo percorso.

Il processo

(due scope)

(due calci)
 


(due mani in Parlamento)


(due parassiti)

Il risultato

(due famiglie felici)

1 commento »

  1. Max scrive:

    Faccio notare una cosa ancora più inquietante: tutti i volantini utilizzano la vocale E. Deve esserci sotto un piano diabolico.

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