Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere“, era il mantra ripetuto dai post di Grillo. Ora che in Parlamento ci sono, però, invece del piacere c’è tutta una lagna.

Prima i parlamentari che dovevano sostituire gioiosi e agguerriti le pigrizie bizantine della casta di colpo frignano che è tutto un casino, che servono soldi, e che signora mia dateci una mano che è complicato. Complicato cosa? Apparentemente, per i neoparlamentari del M5S, un banale trasferimento per motivi di lavoro (e che lavoro, peraltro!) è un problema quasi insormontabile:

La maggior parte di loro si dovrà trasferire a Roma perché la Camera e il Senato si trovano lì e da pochi giorni hanno iniziato a riorganizzare le loro vite in tal senso.
Gli studenti devono trovare il modo di trasferirsi a Roma per essere presenti in Parlamento senza però mandare a monte i loro studi.
Le mamme e i papà stanno cercando di spartirsi i compiti con i loro compagni chiedendo anche la collaborazione di parenti e amici per occuparsi dei figli. In alcuni casi i figli sono talmente piccoli che non si possono separare dalle mamme che li allattano ancora e in questo caso il trasferimento a Roma è ancora più complicato perché il papà lavora invece in un’altra città.
E siccome i parlamentari del Movimento 5 Stelle non sono ricchi professionisti della politica e non vogliono buttare i soldi pubblici per trovare una casa con le agenzie immobiliari stanno chiedendo a tutti i conoscenti di aiutarli in queste ricerche. Ma per chi non ha amici a Roma l’aiuto è assicurato dai parlamentari del Lazio che stanno tentando di mettere insieme le richieste dei colleghi di fuori regione, per trovare delle soluzioni accettabili a prezzi ragionevoli e intanto mettono a disposizione il divano di casa e il pavimento del salotto per i casi di emergenza (è già successo!!).
Nel frattempo si cercano camioncini e macchine station wagon per fare i traslochi senza spendere troppo o se proprio non ci si riesce, ci si attrezza per affittare un furgone insieme a qualche collega della tua zona.

Come fa notare giustamente Giornalettismo in una disamina del comunicato:

Ma c’è soprattutto da notare che qui non si sta parlando di “buttare i soldi pubblici “, ma i privatissimi redditi dei neo-parlamentari, che tra l’altro non sono affatto obbligati a traslocare a Roma e che in ogni caso non occorre essere ricchissimi professionisti della politica per affrontare con successo un trasferimento per motivi di lavoro, quasi tutti gli italiani che traslocano lo fanno per retribuzioni molto inferiori. Vien poi da chiedersi se alla luce dell’impegno preso sia corretto sacrificare l’impegno al servizio del paese per seguire i propri studi o altre occupazioni precedenti o se i candidati che hanno dei figli siano diversi dai candidati di altri partiti o dalla massa dei lavoratori italiani con figli, che quando firmano un contratto di lavoro di solito poi s’organizzano di conseguenza senza lamenti.

C’è poi da dire che i parlamentari del Movimento 5 Stelle promettevano d’essere più preparati (e laureati) di quelli che vanno a sostituire, ma poi si scopre che la Costituzione non la conosce nessuno e che sperano d’imparare tutto entro l’inizio dei lavori parlamentari.  Per questo sembra assurda anche la decisione di risparmiare e perdere tempo organizzando traslochi improvvisati e chiedendo aiuto a volontari, chi vuole traslocare può e deve pagarsi un’impresa di traslochi, pagare la fattura e lasciare che se ne occupino mentre l’eletto spende il suo prezioso tempo da deputato a studiare o a fare il “nostro dipendente”.

A leggere il comunicato c’è da rimanere allibiti e da chiedersi come facciano gli italiani che firmano un contratto di lavoro per il quale -devono- già possedere le minime competenze necessarie e che magari traslocano con la famiglia al seguito inseguendo trattamenti economici molto più modesti. Invece in questo caso sembra d’assistere al lamento di un gruppo di chiamati alla leva obbligatoria, parlamentari per caso, come in effetti sono molti dei miracolati che sono finiti in parlamento grazie a Grillo, e che ora sembrano persi fin dalle prime elementari incombenze logistiche imposte dalla nuova condizione.

Oggi, nuovo scontro della pseudocultura delle soluzioni semplici con la realtà della complessità: guarda un po’, pare che fare il parlamentare non si possa improvvisare. E di colpo scoprono di avere bisogno di assistenti:

“E’ tutto più complesso di come sembra” spiega il capogruppo al Senato Vito Crimi su Facebook, cercando di spiegare a chi scriveva sulla sua bacheca che l’approdo nel palazzo è una questione molto più articolata di quello che si può pensare dall’esterno. Lo spunto lo offre, appunto, il bando. “Non sono esperti tematici e consulenti, sono figure necessarie – spiega Crimi -.Direttore amministrativo e revisore, ad esempio, sono figure obbligatorie previste dai regolamenti parlamentari. Poi c’è l’ufficio legislativo che deve occuparsi di trasformare in legge le nostre proposte. Ma tra l’altro ci sono anche dei limiti, ad esempio alla Camera alcune di queste figure sei obbligato a prenderle da elenchi già esistenti. E’ tutto più complesso di come sembra”.

E questi assistenti, a differenza dei parlamentari che assisteranno

viene richiesta una “laurea in materie giuridico-economiche con indirizzo pubblico, una profonda conoscenza del diritto costituzionale e diritto parlamentare“.

Già, perchè Crimi scopre che alla fine “È tutto più complesso di come sembra”. Che sia l’inizio del risveglio per chi è stato indotto a credere che si potesse risolvere tutto con un vaffanculo e con qualche post su un forum scalcagnato? Benvenuti nel mondo reale, parlamentari a cinque stelle.

 

Nel romanzo di fantascienza Un cantico per Leibowitz, il mondo devastato dalla guerra atomica vede nella cultura scientifica la responsabilità della catastrofe. Un ingegnere, Isaac Edward Leibowitz tenta di salvare libri e conoscenze: come premio la folla furibonda lo tortura e uccide, facendone un martire per le generazioni future.

Sebbene non ci sia stata alcuna guerra nucleare, la guerra contro la cultura scientifica in Occidente è furibonda, e anche senza martiri sta vincendo. Negli Stati Uniti l’esistenza di una guerra culturale contro la scienza è riconosciuta da tempo, combattuta su fronti diversi sia da destra che da sinistra.

In Italia la diffidenza verso la cultura scientifica c’è sempre stata, a dire il vero, a partire dalle sciagurate ideologie di Croce e Gentile. Ma oggi il M5S sembra essere in prima linea contro l’orrore della complessità. Il M5S si fa interprete di chi vuole risposte semplici a problemi complessi. Lo fa notare il blog di Leonardo:

Nel frattempo Grillo demoliva i PC nei suoi spettacoli. Più del gesto, è interessante ricordarsi il perché li distruggeva: perché facevano troppe e cose e lui avrebbe voluto farne soltanto poche, semplici. Raccontava di aver speso milioni in inchiostro da stampante perché non era in grado di selezionare cosa stampare e così no: non è la stessa vertigine del Paolo medio di fronte all’internet di oggi: cosa leggo? cosa stampo? ok, nessuno più stampa niente, forse. Ma di chi mi fido? Fatalmente, molti sceglieranno il messaggio più semplice e più integralista: Tutto quello che sai è falso, SvegliaaaaAAA! [...] In questa forma il grillismo non è che la prosecuzione di una lunga lotta degli italiani contro la cultura, e in particolare contro la cultura scientifica.

Se qualcuno volesse le prove, può scegliere tra gli attacchi agli intellettuali, il terrorismo sui vaccini, le opinioni di cittadini parlamentari sulla ricerca biomedica, eccetera. È una guerra contro la cultura, e la stanno vincendo.

pacatamente, serenamente, ma soprattutto molto democraticamente  Beppe Grillo, con un tweet, mette -per ora- la parola fine al balletto fiducia si-fiducia no che ha impazzato sui media in questi giorni. Già ieri erano filtrate le medesime indiscrezioni, con protagonista, stavolta, Gianroberto Casaleggio, oggi invece la conferma “ufficiale” della posizione dei deus ex machina del movimento. Democrazia liquida, partecipazione popolare, convergenza di idee, restano quindi per il momento nel cassetto, messe da parte da quelli che si confermano, sempre di più, i veri proprietari del M5S. Ancora peggio, questa volta, invece delle minacce (fuori dalle palle! calci in culo!) agli eventuali dissidenti, si usa un arma più sottile, il ricatto.

Disattendete le direttive, e noi vi toglieremo il giocattolo, questo stanno dicendo Grillo e Casaleggio. Perchè è innegabile che, senza i due, il movimento e la sua struttura andrebbero a decadere a velocità supersonica, proprio per via della struttura blindatamente piramidale che gli sono state date. Mi risparmio tirate moraleggianti sul senso di responsabilità e amore per il paese, retoriche e in questo caso fuori luogo. Perché è ormai chiaro che qui, a questo punto, stiamo parlando di amministratori di un’azienda che impongono una mission ai loro dipendenti, dei dipendenti sostanzialmente privi di diritti. Il paese e il suo destino, evidentemente, non sono mai state tra le loro priorità.

1 Idiozia, unica via

Francesco Velludo to Beppe Grillo,Link esterni,Post — Tags: , ,  

 

 

Ci mancava, in effetti, il post “satirico” sugli intellettuali. Dileggiati i politici, sviliti i tecnici, messi in dubbio gli esperti, nel mirino distruttore della mediocrità livellatrice grillina, non potevano che rimanere gli intellettuali.

Il pretesto arriva dalla petizione/appello di Repubblica, volta a sensibilizzare parte dell’opinione pubblica che ha votato M5S sulla necessità di venire a patti per formare un governo che garantisca stabilità al paese. Beppe Grillo, o il suo staff, citando a sproposito Giorgio Gaber  (come spesso si fa coi morti, che tanto non possono dissociarsi), cavalcando una certa ideologia di stampo berlusconoide, se la prende stavolta con la non meglio precisata entità degli intellettuali:

L’intellettuale non è mai sfiorato dal dubbio, sorretto com’è da un intelletto fuori misura per i comuni mortali. Se si schiera lo fa per motivi etici, morali, umanistici su indicazione del partito. Quando il pdmenoelle chiama, l’intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due.

In effetti, la specifica c’è; l’intellettuale è solo una certa borghesia snob di sinistra, arroccata su posizioni etiche insostenibili (da che pulpito!) e, dovrebbe essere ormai superfluo specificarlo, tanto il tema è stato riproposto sulla pravda grillina, prezzolata.

Non vorrei essere costretto, in futuro, a fare paragoni con chi, quasi un secolo fa, si scagliava con tanto livore sulgli intellettuali, e la cultura in genere (soprattutto se non allineata)…

NON-Simbolo-web

“Uno vale uno”: abbiamo sentito ripeterlo fino allo sfinimento, prima, durante e dopo la campagna elettorale, è il mantra simbolo della democrazia diretta all’interno del Movimento 5 Stelle, uno dei suoi principi costitutivi da sempre, la base su cui poggia il presunto primato etico del M5S rispetto ai partiti tradizionali.
Ma sarà veramente così?
Nei giorni in cui Grillo si scaglia contro il diritto di cronaca (“i giornali sono pagati per sputtanarci”), a sollevare dubbi sul reale rispetto del codice etico nel M5S è un’attivista di vecchia data, Giovanna Serpico, militante nel meet-up di Como.
In un’intervista rilasciata al magazine on-line Giornalettismo, la Serpico, ex candidata alle elezioni regionali lombarde, racconta dell’inquietante deriva del meet-up comense, stretto ormai tra vecchie logiche partitiche, faide interne e interessi personali estranei al codice etico del movimento.
La Serpico non si limita ad una denuncia generica ma fa i nomi e i cognomi di coloro che lei individua come responsabili. Bersaglio dell’attacco è in particolare Angelo Nicotra, candidato alle regionali lombarde e, secondo la Serpico, responsabile di un’opaca gestione della composizione delle liste, con l’obiettivo di escludere il candidato Marco Massimiliano Patrini per favorire l’ingresso di Antonio Endrizzi, già al centro delle polemiche per via della sua non dichiarata militanza prima in Forza Italia e poi nel PDL e, per questo, ritenuto dai grillini un “infiltrato”.
Una patata bollente su cui Grillo e Casaleggio non si sono espressi in maniera esplicita.
I motivi? Malignando ci si arriva: le accuse così circostanziate della militante grillina non rivelano soltanto un episodio di deprecabile malcostume, ma contribuiscono a svelare in parte la grande truffa del M5S: laddove il retore giullare urla per arringare le masse acritiche e predica la positiva diversità della sua creatura rispetto agli altri concorrenti del panorama politico, ci pensano i militanti e le loro miserie umane a riportare sul piano della realtà il miraggio della democrazia diretta e a insegnare al duo Grillo-Casaleggio la drammatica differenza tra la teoria e la pratica, qualcosa che non solo Grillo tarderebbe a definire “sputtanamento”.

0 Il tempo passa, anche per Cacciari

Floriana Grasso to Link esterni — Tags:  

Così nel 2010, così nei giorni scorsi.

Che nel M5S il complottismo scorra fortissimo non è certo una novità. Così come il rapporto, diciamo, complicato che il M5s ha con la ricerca scientifica. Alcuni ci hanno detto che tutto sommato si tratta di folclore, che qualcuno avrà le sue bizzarrie ma che c’entra, si guardi alle proposte del movimento.

Peccato che questo folclore complottistico poi si trasformi, appunto, in proposte: e proposte che sono folli e pericolosissime, come quella di abolire le vaccinazioni obbligatorie, che è stata fatta a gennaio sul forum del M5S Lombardia ad opera di tale Oliviero Pelucchi:

Ciao a tutti,
così come già avviene in regione Piemonte e regione Veneto, sottopongo alla vostra attenzione la seguente proposta di legge regionale: “abolizione delle vaccinazioni pediatriche per la regione Lombardia”

Segue copincolla da fonte non dichiarata su deliri immunologici, fonte che una breve ricerca su Google però indica chiaramente come mednat.org , uno dei più noti e agguerriti siti italiani di, chiamiamola così, “medicina complottistica”. Qui una disamina approfondita di MedBunker.

Lo sviluppo del thread è interessante. I primi due commenti sono di cauto appoggio alla proposta, ma un terzo -giustamente- fa notare che:

Oliviero, come sai anche tu su internet c’è di tutto, dalle scie chimiche, al creazionismo fino ai terrapiattisti. Voglio dire che per un argomento così complesso e importante (visto che tratta la salute delle persone) bisogna affidarsi a gente più che competente.

E prosegue linkando articoli scientifici peer reviewed presi dal database PubMed, ovvero quelle che sono considerate in ambito biomedico ricerche attendibili. Ricerche che, non sorprendentemente, confermano che i vaccini (pur avendo come ogni cosa degli effetti collaterali possibili) sono in ultima analisi sicuri e necessari per la difesa dalle malattie infettive. Ma Oliviero evidentemente ha studiato poca medicina ma molto cinema, visto che risponde:

Tu preferisci la pillola blu o la pillola rossa? Preferisci stare in Matrix?
Ti allego un intervista poi censurata, per farti capire che le case farmaceutiche sono il potere che governa il mondo insieme alla chiesa ed alle banche.

Siamo in pieno complottismo. Altri due utenti balzano in supporto di Oliviero, linkando altri articoli di conspiracy theories antivacciniste. Fin qui, comunque, il normale sviluppo di un thread online. Ma è Maurizio Romanò che ci informa che quella di Oliviero è una proposta già presente nel programma del M5S Lombardia!

Ciò che vi chiederei innanzitutto, è di leggere attentamente il programma che è stato elaborato sino ad ora ed approvato su Liquid Feedback. Non è la prima volta che vengono riproposti in questo Meetup Lombardia temi già discussi. La questione relativa alle vaccinazioni obbligatorie è stata già trattata, e si trova nel PROGRAMMA SANITA’ LOMBARDIA 2013
Punti programmatici, al punto
C6 – Farmaci
…………
3 • Eliminazione dell’obbligatorietà della vaccinazioni, come nella Regione Veneto, e promozione di una campagna di informazione scientificamente e deontologicamente corretta per una scelta consapevole.

Stiamo quindi parlando di una posizione ufficiale e programmatica del Movimento Cinque Stelle almeno in Lombardia. E la cosa non stupisce: Beppe Grillo nei suoi spettacoli diffondeva discorsi assurdi sui vaccini e ospitava post intitolati “Di vaccino si può morire”.

Il resto del thread segue il classico sviluppo “persona razionale VS numerosi complottisti” fino a quando nel thread interviene lo stesso webmaster di mednat.org , Giovanni Paolo Vanoli. Il quale oltre a rigurgitare le assurdità che pubblica sul suo sito (inclusa l’ipotesi che i vaccini causino AIDS e omosessualità), e il curioso (per il M5S) endorsement di Scilipoti, termina il thread facendosi pubblicità sul forum del M5S.

Occorre notare che Vanoli non è un  frequentatore occasionale dei meetup del M5S Lombardia, dove continua a fare propaganda contro i vaccini. È infatti il referente M5S per Segrate. E non è solo: proposte antivacciniste brulicano nei siti del movimento (es. qui, qui, qui e qui). A onor del vero qualche militante ogni tanto prova a rimettere le cose a posto, ma finisce regolarmente in minoranza. Si guardi il thread corrente sul programma Salute e Sanità del M5S lombardo, dove Vanoli è il commentatore più attivo.

Questo sarebbe solo folklore internettiano se quella antivaccinista non fosse una posizione apparentemente ufficiale e condivisa del Movimento. Posizione che, vogliamo ricordarlo, si basa su di uno studio falso e che dove ha preso piede ha portato alla ricomparsa o all’aumento dei casi di malattie infettive. Causando anche dei morti, anche tra i figli di chi non aveva rifiutato le vaccinazioni. Infatti i bambini non vaccinati mettono a rischio non solo sè stessi, ma rischiano anche di contagiare altri bambini che non sono stati ancora vaccinati -magari perchè troppo piccoli. Togliere le vaccinazioni obbligatorie diventa quindi un problema generale di salute pubblica, per tutte le famiglie, non solo per quelle degli antivaccinisti.

Qui non si tratta di opinioni, di politica, di pericoli vaghi e immaginari: qui stanno giocando con la vita delle persone. Stiamo all’erta.

 

Deve aver annusato l’aria, Beppe grillo. Prima, le critiche a Roberta Lombardi e alle sue ambigue idee sul fascismo, poi Paolo Bernini e i chip sottopelle, infine -notizia di ieri- l’attivista, presto sconfessato (ma uno non valeva uno?), ospite al programma pomeridiano di Barbara D’Urso. 

Non sono stati giorni facili, per il Movimento 5 Stelle, dal punto di vista dei rapporti con la stampa. C’era da aspettarselo, per quanto sia stata calcata la mano, da anni, sulla retorica della spersonalizzazione, un minimo di vanità personale dei neoeletti deputati e senatori è ascrivibile sicuramente nel novero delle debolezze umane che si possono lasciar passare, soprattutto se, lì fuori, giornalisti di ogni testata fanno a gara per intervistare questi neofiti della politica. E com’è naturale, data l’inesperienza, sono stati inevitabili gli scivoloni sopracitati, i più eclatanti di un grande e variegato numero.

Ecco, quindi, che Beppe si vede costretto a correre ai ripari:

Nel libro di Jack London ”Zanna bianca” una lupa attrae ogni notte un cane da slitta nella foresta. Chi cede al richiamo viene condotto lontano dal fuoco e divorato da un branco di lupi appostati in attesa nella neve. Nel dopo elezioni la tecnica dei conduttori televisivi, dipendenti a tempo pieno di pdl e pdmenoelle, è simile.

Come al solito, sinistra e destra, sò tutti uguali per non disorientare il lettore, e facilitarne la comprensione. Poco importa che si parli di stampa o di politica, tutto marcio a prescindere, tutto uguale.

In entrambi i casi, il conduttore si succhia come un ghiacciolo il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto), lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento. E’ pagato per quello dai partiti.

Non può e non deve esistere, nella concezione di Grillo, diritto di critica al Movimento. Se esso viene esercitato, è per forza foraggiato da qualcuno, dai partiti.

L’accanimento delle televisioni nei confronti del M5S ha raggiunto limiti mai visti nella storia repubblicana, è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti, come si è visto nel folle assalto all’albergo Universo a Roma dove si sono incontrati lunedì scorso i neo parlamentari del M5S. Scene da delirio. Questa non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di diffamazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica

Ma che, davèro? Direbbero a Roma. Limiti mai visti nella storia repubblicana? qualcosa di sconvolgente, morboso, malato, mostruoso? Vilipendio continuato, attacco fisico? E tutto questo in una settimana circa dalle elezioni? Però, impressionante!

 Lunedi sono stati eletti dai gruppi parlamentari del M5S per i prossimi tre mesi due capigruppo/portavoce, Roberta Lombardi per la Camera, e Vito Crimi per il Senato. Loro sono stati titolati a parlare dopo aver discusso e condiviso i contenuti con i componenti del gruppo.

E da chi, sono stati titolati? Forse proprio da Beppe Grillo? Ho seguito, mio malgrado, la riunione di lunedì proposta in diretta streaming, e -benchè la parte in cui sono stati nominati i due capigruppo non sia stata trasmessa- nella discussione successiva non mi pare si fosse giunti a questa decisione. Ma sicuramente mi sarò distratto io. Io, e le decine di deputati e senatori presenti in questi giorni in trasmissioni televisive e radiofoniche, ed intervistati sui giornali. Perchè né io, né i neoletti deputati e senatori vorremmo pensare che questo duro attacco alla libertà di stampa di uno stato sovrano (che spesso si critica, parificandone la libertà di stampa stessa con quella di paesi del terzo mondo, dati alla mano), sia solamente un tentativo di tamponare qualche figuraccia di troppo.

(di Giuseppe Lacitignola)

Chi di spada ferisce, di spada perisce? Sì, a meno che questa spada non sia la satira e che a “perire” non siano i neo-eletti del M5S.

Che gli attivisti del movimento di Beppe Grillo non fossero proprio a loro agio con l’altrui sberleffo e incapaci di cogliere l’ironia, ne aveva ampiamente parlato nelle scorse settimane Giornalettismo, riportando i commenti infuriati di tanti grillini alle sarcastiche false prime pagine dei quotidiani nazionali contro l’illuminato non-leader.
Nuovo bersaglio della violenta contestazione della base pentastellata il comico Maurizio Crozza reo, durante la copertina dell’ultima puntata di Ballarò, di essersi macchiato dell’orribile delitto d’ironia nei confronti dei neo-eletti del M5S, sollevando l’inappropriato dubbio sulle loro reali competenze in politica (“Io sono sommelier, vorrei occuparmi di agricoltura”). Tanto è bastato a scatenare la reazione dell’esercito grillino che, in forze, ha inondato la pagina del comico genovese (Crozza, non Grillo) d’insulti e improperi, alcuni dei quali velatamente minacciosi:

“Crozza un coglione pagato dalla casta per farci ridere sui problemi sulle nostre disgrazie vedrai che molto presto perderai il tuo spirito del cazzo!!”

“Crozza sei un coglione”

“Crozza stasera tu insieme alle risate di quella merda di floris mi avete fatto vomitare”-

“Siamo alle solite…se si usa la satira per demonizzare l’avversario!”

Manganellate virtuali? Ne hanno tutta l’impressione.
Una reazione ancora più grottesca se si pensa che il M5S nasce dall’iniziativa di un comico, Beppe Grillo, che con la veemente invettiva nei confronti della casta ha riempito piazze e palazzetti, e che fa riflettere amaramente sui risultati che la politica grillina del “noi contro tutti” sta producendo su una certa parte dell’opinione pubblica.

A margine di questo esecrabile esempio d’intolleranza, abbiamo piacere ricordare che, nonostante tutto, il diritto di satira è tutelato dalla sentenza 9246 (2006) della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione:

“È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.”

Un diritto che vale per tutti, non solo per Grillo.

 

A fronte di una sempre più totale chiusura nei confronti dei media italiani, Beppe Grillo continua, invece, a non risparmiarsi interviste e apparizioni su quelli esteri.

E’ di oggi infatti una intervista pubblica sul Time World, specchio del sempre più crescente interesse con cui, all’estero, guardano al M5S e alla situazione italiana in generale. Nonostante il tono equilibrato e razionale dell’intervista, Beppe riesce a infilare una dichiarazione piuttosto roboante:

We still need to discuss it. And then we’ll write in the program. Give us time. I propose a basic idea. It’s not a political plan. It’s a view of the world. It’s not substituting one political class with another. We want 100% of parliament, not 20% or 25% or 30%. When the movement gets to 100% when the citizens become the state, the movement will no longer need to exist. The goal is to extinguish ourselves.

 

E’ forse la prima volta, benché il concetto fosse stato espresso in termini diversi ripetutamente, che Grillo dice chiaro e tondo qual’è il suo piano: il 100% del parlamento. Non siamo più di fronte a un partito che mira alla maggioranza assoluta alla camera ed al senato, ma ad uno che, nei suoi piani, ha la totale occupazione dei due rami del parlamento. Ai lettori, italiani ed esteri, le conclusioni