Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

0 Satira: va bene contro tutti, tranne contro di noi

(di Giuseppe Lacitignola)

Chi di spada ferisce, di spada perisce? Sì, a meno che questa spada non sia la satira e che a “perire” non siano i neo-eletti del M5S.

Che gli attivisti del movimento di Beppe Grillo non fossero proprio a loro agio con l’altrui sberleffo e incapaci di cogliere l’ironia, ne aveva ampiamente parlato nelle scorse settimane Giornalettismo, riportando i commenti infuriati di tanti grillini alle sarcastiche false prime pagine dei quotidiani nazionali contro l’illuminato non-leader.
Nuovo bersaglio della violenta contestazione della base pentastellata il comico Maurizio Crozza reo, durante la copertina dell’ultima puntata di Ballarò, di essersi macchiato dell’orribile delitto d’ironia nei confronti dei neo-eletti del M5S, sollevando l’inappropriato dubbio sulle loro reali competenze in politica (“Io sono sommelier, vorrei occuparmi di agricoltura”). Tanto è bastato a scatenare la reazione dell’esercito grillino che, in forze, ha inondato la pagina del comico genovese (Crozza, non Grillo) d’insulti e improperi, alcuni dei quali velatamente minacciosi:

“Crozza un coglione pagato dalla casta per farci ridere sui problemi sulle nostre disgrazie vedrai che molto presto perderai il tuo spirito del cazzo!!”

“Crozza sei un coglione”

“Crozza stasera tu insieme alle risate di quella merda di floris mi avete fatto vomitare”-

“Siamo alle solite…se si usa la satira per demonizzare l’avversario!”

Manganellate virtuali? Ne hanno tutta l’impressione.
Una reazione ancora più grottesca se si pensa che il M5S nasce dall’iniziativa di un comico, Beppe Grillo, che con la veemente invettiva nei confronti della casta ha riempito piazze e palazzetti, e che fa riflettere amaramente sui risultati che la politica grillina del “noi contro tutti” sta producendo su una certa parte dell’opinione pubblica.

A margine di questo esecrabile esempio d’intolleranza, abbiamo piacere ricordare che, nonostante tutto, il diritto di satira è tutelato dalla sentenza 9246 (2006) della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione:

“È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.”

Un diritto che vale per tutti, non solo per Grillo.

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