Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

Alle 13 di ieri il Presidente Napolitano ha comunicato di non volersi dimettere e di aver individuato due gruppi di lavoro che dovranno formulare “precise proposte programmatiche oggetto di condivisione su temi di carattere economico e istituzionale”. Tra le reazioni degli schieramenti, quella che a noi interessa di più, ovviamente, è quella del M5S che, tramite il proprio portavoce Claudio Messora, dice di condividere la scelta del Presidente poiché “con un po’ di realismo è, tra tutte quelle possibili, quella che si avvicina alla soluzione di questo momento”. Nel pomeriggio, una nota del Quirinale rende noti i nomi dei “saggi” che faranno parte dei due gruppi di lavoro. A quel punto, il capogruppo al Senato Vito Crimi non ci sta e preannuncia una resistenza al dialogo, aggiungendo: “Siamo pronti a presentare nelle sedi istituzionali previste i disegni di legge che diano attuazione ai primi 20 punti del programma, noi non facciamo la corsa a tirar fuori dai cassetti gli stessi disegni di legge di decenni, ma ogni nostra proposta sarà unica, frutto del lavoro di gruppo e del contributo che potrà venire dalla rete”.

megafono

 

Ci risiamo: nel caso non fosse sufficiente paralizzare l’Italia con la stolida intransigenza dei “rivoluzionari” duri e puri che non accettano compromessi con la casta, anche la futura elezione del prossimo Presidente della Repubblica è l’ennesima ghiotta occasione per il M5S di prendere ulteriori distanze (ormai siderali) dalla prassi istituzionale e, soprattutto, dal senso della realtà.
A parlare per conto della base a 5 stelle è sempre il “megafono”, Beppe Grillo, che dalle pagine del suo blog pone ai grillini in parlamento un veto perentorio sui nomi circolati in questi ultimi giorni, quelli di Stefano Rodotà, giurista, ex deputato e garante della privacy, e di Gustavo Zagrebelsky, ex-membro della Corte Costituzionale, inadatti proprio per via degli incarichi istituzionali che hanno ricoperto in passato. Rifiutando a priori convergenze diplomatiche e continuando a ignorare il dialogo con i rappresentanti del 75% degli elettori che non ha votato per il M5S, Grillo aggiunge che il nome che la compagine pentastellata deve presentare in parlamento sarà decisa da votazioni online su una rosa di dieci nomi, in due turni e aperte soltanto agli iscritti al movimento.
Ora, una serie di riflessioni nasce spontanea: la precedente mobilitazione online, quella attuata in occasione della composizione delle liste per le elezioni politiche (le “parlamentarie” del dicembre scorso), ha attirato numerose critiche per via dell’opaca macchina organizzativa che pesanti dubbi sollevava negli stessi militanti (“Io non ci credo alle votazioni on line, [Casaleggio] manda chi vuole lui”) e per la scarsa partecipazione (hanno votato circa 32000 iscritti). Oggi, prevedendo un volume di voti analogo o di poco superiore, viene spontaneo chiedersi quali garanzie di sicurezza e validità fornisca ora il sistema di voto online; se, a fronte degli 8,5 milioni di voti conquistati alla recente tornata elettorale, sia ancora legittimo fare riferimento alle decisioni prese dalla sparuta minoranza degli iscritti al movimento e, in ultimo, quali possano essere le conseguenze politiche e democratiche di questa costante esautorazione dei gruppi parlamentari grillini, apparentemente costituiti da automi lautamente stipendiati solo per dare seguito agli ordini del “megafono”.

Durante l’incontro con Bersani in cui hanno confermato il no alla fiducia, Roberta Lombardi pronuncia en passant una frase spaventosa:

“Noi non incontriamo le parti sociali perchè noi siamo le parti sociali”

Tutte: imprenditori, precari, lavoratori, disoccupati, eccetera. Di tutte queste, non importa quanto in contrasto fra loro, il M5S si arroga evidentemente di essere unico concepibile rappresentante: chi è nel Partito è una parte sociale, chi è fuori dal Partito non è degno di essere considerata tale. I sindacati, le associazioni di categoria? A che servono, quando c’è il Partito?

Ventisette marzo, anno I a cinque stelle, nuovo bollettino della democrazia diretta. Beppe Grillo ha chiamato i capigruppo per sapere dei possibili traditori che potrebbero osare votare la fiducia a un governo Bersani. Niente streaming, niente trasparenza. I gruppi stavolta sono fedeli alla linea:

Roberto Fico: “Se uno vota contro la decisione dei gruppi, stavolta, è fuori. Se al Senato votano contro in 53, sono fuori in 53″

Parere dei cittadini sulla fiducia a Bersani: non pervenuto.

Roberta Lombardi intanto inizia ad agire da brava gerarca, ignorando le proposte dei colleghi e della rete, evitando di concordare i propri interventi in aula.  I suoi colleghi parlamentari si lamentano, ma alla fine rimane tutto com’è.

Uno vale uno, democrazia diretta, cittadini portavoce.

5Stelle

Linkiamo l’interessante disamina che il blogger “Quit the Doner” fa del Movimento 5 Stelle, analizzandone con spietata lucidità e amara ironia i motivi del successo, le menzogne e le grottesche anomalie:

Link

Due volte in due giorni, il blog di Beppe Grillo attacca violentemente chiunque si ponga in dissenso o critica.

Nel primo caso, contro l’opinione di Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica. Il quale ha dichiarato:

“Qualcuno pensa a lui come un clown. In Germania dicono che è come Berlusconi. Ma Grillo dice che i partiti politici non sono importanti, e questo è esattamente ciò che Hitler ha sostenuto prima di arrivare al potere. Il partito di Grillo è più pericoloso dei fascisti perché non ha una piattaforma chiara, non sappiamo quali sono i suoi limiti. Non conosciamo molte delle persone che sono nel movimento, ma sappiamo che ci sono estremisti sia di destra sia di sinistra, fascisti e radicali, e che entrambi sono contro la costituzione, contro la democrazia”.

Grillo, in un post che è un esempio magistrale di mancare il punto , risponde in pratica difendendosi da ipotetiche accuse di antisemitismo, ricordando che il M5S ha organizzato iniziative per il Giorno della Memoria e consimili. Giusto, anche se almeno alcuni commentatori di Beppe Grillo su Facebook sembrano avere opinioni problematiche al riguardo:

Pacifici però non ha mai detto che il M5S è esplicitamente antisemita, e neanche noi onestamente lo pensiamo (quantomeno non come partito). Quello che ha detto è che è antidemocratico.

Ma quello che colpisce è il titolo del post, che è “Basta insulti e falsità contro il M5S“. Una richiesta che sembra gridare disperazione, come se il fatto che una delle principali forze politiche del Paese venga criticata fosse sconvolgente e inaccettabile. Per chi ha nutrito il proprio consenso a forza  di gargamellarigormontispsiconanosietemorti chiedere di non essere insultati è un invito quantomeno ipocrita. Ma in quello che ha sostenuto Pacifici non ci sono né insulti né falsità di alcun genere. Ci sono solo fatti e opinioni personali: esattamente l’opposto degli insulti e delle falsità. Grillo in quel titolo ha conglomerato critica e vituperio in un’unico blocco inscindibile. Se ogni critica diventa insulto, se ogni opinione diventa menzogna, ogni possibile dissenso è automaticamente censurabile.

E la delegittimazione del dissenso diventa totale nel post del 24 marzo:

Questi schizzi di merda digitali si possono suddividere in alcune grandi categorie. Quella degli “appellanti” per la governabilità per il bene del Paese, del “votaBersani, votaBersani“, o del “votaGrasso, votaGrasso” (l’unico procuratore antimafia estimatore di Berlusconi). Quella dei “divisori“, venuti per separare ciò che per loro è oscenamente unito, che chiedono a Grillo di mollare Casaleggio, al M5S di mollare Grillo e a tutti gli elettori del M5S di mollare il M5S per passare al sol dell’avvenire delle notti polari del pdmenoelle. Quindi arrivano, di solito nel tardo pomeriggio, i cosiddetti “ex“, “Grillo ti ho votato ma dopo che sei passato con il rosso con sprezzo delle istituzioni non ti voto più” [...] Non mancano gli “accusatori” che si attaccano alle fortune che io e Casaleggio staremmo accumulando alle spalle del M5S “Chi prende i soldi del gruppo di comunicazione? Eh? Chi li prende? Trasparenza! Chiediamo trasparenza. Siete peggio di Berlusconi. E pensare che avevo convinto mio padre a darvi il voto, mai più“. “Lo fate per gli ads e per gli ebook, a voi non ve ne frega un cazzo della democrazia“.

Grillo classifica meticolosamente ognuna delle critiche che riceve, senza rispondere a nessuna, ma indicandole indistintamente come “schizzi di merda”. Notare che nessuna di queste argomentazioni è delirante o insultante, si tratta in ogni caso di argomenti politici. Ma per Grillo questi sono illegittimi. La loro possibile fondatezza non viene neanche presa in considerazione.

Ma è il concetto stesso di critica e dialettica che per Grillo, semplicemente, non è accettabile. Perchè continua:

Ci sono poi i “critici di giornata” che arrivano in massa come le locuste. Qualunque cosa tu abbia appena detto o fatto viene ferocemente attaccata, spesso con lunghe e articolate argomentazioni di 2.000 caratteri.

Il che è normale per qualsiasi leader politico: ma evidentemente non per lui. Attaccare il M5S con argomenti fa parte degli schizzi di merda. Automaticamente. E conclude:

Di solito partono così “Il MoVimento 5 Stelle si divide sulla linea Grillo, ecco i commenti dal blog“. Dato che nel blog chiunque può commentare questo non vuol dire nulla.

Il che potrebbe forse avere un senso se il M5S non fosse quello dei cittadini dove “uno vale uno” e dove le proposte dovrebbero venire dal basso, e in cui quindi proprio quel chiunque dovrebbe essere ascoltato con particolare attenzione. Ma è evidente che per Grillo non esiste nessun movimento di cittadini. Esiste una claque che lui può manipolare, e il resto che deve essere spazzato via.

Il M5S è fondamentalmente un partito in lotta con la realtà. Ipotesi complottiste, pseudoscientifiche o semplicemente fuori dal mondo nel M5S sono considerate normali, anzi simbolo di un’indipendenza di pensiero che in realtà è indipendenza dal mondo reale.

Avevamo già visto che Gian Paolo Vanoli, crackpot extraordinaire di Segrate, è un attivissimo militante M5S, impegnato nella lotta contro i vaccini. Matteo Lenardon su Vice ha raggiunto e intervistato il Vanoli. Ecco alcune delle sue dichiarazioni, che stanno facendo il giro della rete:

Le malattie non si prendono. Lo spiegavo giusto a sei-sette oncologi prima, sono solo auto-indotte. Si auto-producono nell’organismo, non c’entrano né virus né batteri.

Una delle cose peggiori che puoi fare al sistema immunitario è vaccinare un bambino. I vaccini stroncano la formazione del sistema immunitario.

(C’è da domandarsi a cosa serva un sistema immunitario se tanto “non c’entrano né virus né batteri”. Ma proseguiamo.)

Ogni vaccinazione produce omosessualità, perché impedisce la formazione della personalità. È una microforma di autismo, se vogliamo. Lei vedrà quanti omosessuali ci saranno nelle prossime generazioni, sarà un disastro.

Sono un attivista e mi sto attivando proprio per cambiare queste cose attraverso il Meetup Lombardia 5 Stelle. Se va lì trova tutto il mio lavoro in questo senso. Porto sempre informazioni e idee per permettere a tutti una scelta consapevole e bandire così la piaga dei vaccini.

puoi curare qualsiasi malattia con l’urinoterapia, anche il cancro. Io l’ho insegnata a dieci, forse ventimila persone.

Ma se Vanoli perlomeno è un semplice attivista (anche se certificato dal M5S Segrate), c’è chi invece non si discosta troppo da questo livello, in Parlamento  o nelle sue immediate vicinanze. Abbiamo già visto Paolo Bernini e le sue teorie sul complotto dei chip americani. Abbiamo sentito l’endorsement di Vito Crimi alle “terapie” di Vannoni.

E vediamo Claudio Messora, comunicatore muto del M5S, in arte Byoblu. Che non è in parlamento, ma che terrà sotto controllo i parlamentari per conto di Grillo e Casaleggio. E che sul suo blog comunica eccome. Principalmente un intransigente complottista della classe bildebergmassoneriagoldmansachs , Messora è stato anche uno dei principali megafoni di Giampaolo Giuliani, il supposto “previsore di terremoti” che tanto chiasso fece ai tempi del terremoto dell’Aquila. Vende anche un dvd su di lui. Poco importa che il metodo Giuliani sia stato universalmente considerato una ciarlatanata dalla comunità scientifica : per Messora:

I terremoti si possono prevedere. Gli studi di molti ricercatori in tutto il mondo convergono.

Ma il Messora ospita anche interessanti contributi sul tema AIDS:

L’Aids non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus.

Quando qualcuno gli fa notare che forse, forse eh, sta dando aria a delle mostruosità, Messora perde il controllo e inveisce chiunque abbia osato contraddirlo nei commenti (approfittandone anche per appoggiare il metodo Di Bella). Lagnandosi in pratica che signora mia nella scienza non c’è libertà di pensiero, e se uno osa difendere i fatti reali contro i deliri negazionisti diventa un talebano della scienza. Definizione comicamente contraddittoria, ma questo Messora sembra non intuirlo.

Curiosamente l’altro delegato alla comunicazione del M5S, Daniele Martinelli, ha una visione diametralmente opposta del caso Giuliani, e nel 2012 scriveva queste parole:

Il  Giampaolo Giuliani della situazione che piange al telefono sul blog di Grillo, è solo un esempio di come a volte l’opportunismo superi la decenza.

Chissà cosa pensa Martinelli del suo collega che vende DVD filo-Giuliani. Anche se le speranze di ragionevolezza nel M5S svaniscono quando afferma

L’euro è stata una mossa massonica di un gruppo di banchieri che ha deciso tutto per tutti

Per un attimo temevo. Ma tornando alla medicina e biologia, campo che mi è più congeniale dell’economia, troviamo altri parlamentari dalle idee originali. Prendiamo per esempio Maurizio Romani, parlamentare a cinque stelle e medico. Medico omeopata però. (Avevamo già avuto un omeopata in parlamento, ve lo ricordate? Era Scilipoti.) Che posta sul suo sito entusiasici resoconti sulle teorie d’avanguardia della medicina. Come la teoria dei miasmi di Hahnemann:

Il merito di Hahnemann è quello di aver teorizzato il concetto di “Malattia Cronica”, quella che in omeopatia viene chiamata miasmatica.[...] Hahnemann arrivò alla conclusione che questi individui potevano essere raggruppati in categorie reazionali in base alla loro tendenza ad ammallarsi di una malattia piuttosto che di un’altra[...] Hahnemann pensò che questi pazienti, che aveva diviso in tre gruppi, in base alle caratteristiche reattive che li accumunavano, fossero intossicati da tre miasmi diversi, di cui uno era trasmesso per contatto cutaneo e gli altri due per via genitale. Questi tre miasmi erano:

  1. miasma psorico :  causato dalla scabbia
  2. miasma sicotico : causato dalla blenorragia
  3. miasma luetico : causato dalla sifilide

Essi riaffioravano periodicamente dando luogo a delle recidive e alle metastasi morbose. [...] Dobbiamo dire che i miasmi descritti da Hahnemann restano dei capolavori di osservazione clinica; pertanto volere inquadrare sotto altre etichette una descrizione che nulla aveva di etichettabile, in quanto estremamente dinanica, perchè aderente alla singolarità del paziente, può finire per diventere un esercizio di dialettica che potrebbe essere sconfessato tra uno o due anni. Tutto questo per affermare che la clinica è sempre la clinica, e l’inquadramento miasmatico riesce a fornirci informazioni sul passato, presente e futuro del nostro paziente, meglio di centinaia di esami di laboratorio. [grassetto mio, n.d.r.]

Insomma, è il 2013, e il dottor Romani è convinto che i “miasmi” causati da scabbia, blenorragia e sifilide siano alla base delle malattie croniche. Mi raccomando, proponiamolo per la Sanità.

(di Luca Coiro, riprodotto su licenza CC-BY-NC-ND, da qui)

È un sistema a metà tra lo Stalinismo e il Vaticano. I capigruppo del M5S sono gli unici a parlare, ma saranno sostituiti ogni 3 mesi. I Parlamentari ogni 2 legislature. Una legislatura in media dura 3.8 anni. Due legislature sono 7.6 anni.

Questo permetterà un turnover estremo con due grosse conseguenze: il controllo totale del movimento, da parte dei vertici, dove la voce fuori dal coro sarà subito sostituita e rimpiazzata. L’impossibilità, del parlamentare, di crearsi una rete di contatti. Una cosa che in politica, piaccia o no, è fondamentale (e non solo in politica). Il Movimento, in pratica, sarà ancorato alle posizioni di Grillo e Casaleggio che detteranno sempre e comunque la linea politica, ma senza entrare mai in Parlamento. Ogni dissidente sarà epurato in maniera soft: espulso fuori come fosse un corpo estraneo. Non si dovrà ricorrere a nessun “editto bulgaro”, in stile ex repubbliche sovietiche, ma basterà attenderne la “morte” politica per turnover.

In più, i due capi del movimento, restando sempre fuori dal Parlamento, manterranno una specie di verginità politica. A differenza della Lega (che poi ne ha sancito la morte), o dei partiti di estrema sinistra, il M5S, pur chiedendo il governo, il Copasir, la Rai, la commissione XY e di fatto facendo compromessi politici (cosa è se non un compromesso dire “ci spetta di diritto questo altrimenti in cambio quest’altro?”), ecco, pur facendo politica come tutti gli altri, Grillo e Casaleggio potranno allo stesso tempo continuare a fare il giochino dell’opposizione extraparlamentare, come se non fossero mai entrati dentro. Basterà accusare di dissidenza un loro membro, parlare di “foglie di fico” per pulirsi la coscienza, prenderne poi le distanze e continuare con il giochino del “mandiamoli tutti a casa” e SVEGLIA!!1!!!11!!!!

Apparentemente non c’è contraddizione ma il M5S ricalca lo stesso stile dell’io segretario fatto partito (Berlusconi con FI prima e PdL poi – Di Pietro con l’IDV – Vendola in Sel – Casini nell’UDC ecc.) con la differenza che i 2 capi restano fuori dal Parlamento. Non ti sporchi le mani in Aula dove ogni votazione comporta rischi di compromessi, scelte dure e ovviamente la possibilità di sbagliare (il lavoro sporco lo faranno i loro “dipendenti-cittadini” che poi saranno buttati via). Potranno continuare a dileggiare gli avversari politici (tre-morti, Gargamella, PDmenoL e Morfeo Napolitano) salvo quando si tratta di incontrarlo, a Morfeo, perché è giunto il momento di battere cassa nelle stanze del potere.

Che il rapporto tra il M5S e il giornalismo italiano fosse molto conflittuale, è cosa nota da tempo: dall’accusa di connivenza con la politica al rifiuto di partecipare ai talk show, dalla tendenza a rigettare il confronto ai veti cui i militanti sono sottoposti, Grillo ha via via tagliato i ponti tra il suo movimento e i mezzi d’informazione tradizionali (quelli italiani, perché le domande dei giornalisti stranieri sono sempre ben accette). Frutto marcio di questa insofferenza l’anomalia secondo cui l’unico mezzo accreditato per informarsi sul M5S è il blog dello stesso Grillo, da cui lo stesso movimento ha mosso i primi passi.

Sul blog di Grillo esiste una intera categoria intitolata “La casta dei giornali”.  Che appartiene alla sottocategoria “Battaglie”. Si tratta principalmente della critica ai finanziamenti pubblici alla stampa, ma intanto il nemico è identificato come la stampa in quanto tale.

A inasprire ulteriormente questa avversione sistemica ci ha pensato il recente exploit elettorale che ha consegnato al movimento di Grillo il 25% delle preferenze, una legittimazione eclatante e inaspettata che il leader a 5 stelle fatica a difendere dagli scivoloni e dalle figuracce dei neoeletti grillini, giovani, inesperti e visibilmente a disagio nel gestire l’assedio dei giornalisti.

D’altra parte però neppure i più anziani riescono a evitare quest’impaccio. Infatti il mai domo Vito Crimi, capogruppo al Senato del M5S, rincara suo malgrado la dose incappando in un altro infelice svarione: durante un’intervista a RadioLuiss, per conto de La Zanzara, dichiara candidamente che i grillini eletti non hanno “fatto un cazzo”, a parte votare per i presidenti di Camera e Senato, e continua “lunedì si individuano le commissioni, poi vengono convocate dopo due settimane, poi le convocano per scegliere i presidenti, che poi le convocano. Cioè passiamo un mese e mezzo senza fare un cazzo con uno stipendio che è quello che è”.
Non soddisfatto, dichiara palesemente la sua antipatia per i giornalisti (“mi stanno veramente sul cazzo, è una cosa…cercano solo il gossip”).

E’ in questo contesto che è maturata la decisione di mettersi al riparo delle insidie della democrazia nominando due consulenti per la comunicazione: i blogger Daniele Martinelli e Claudio Messora. Primo atto del duo consulente della comunicazione: azzerare la comunicazione.

Le giustificazioni sono sono un giusto mix tra vetero-complottismo e vittimismo spicciolo:

“La macchina del fango è entrata subito in azione. In mancanza di una ben precisa notizia di crimine da addebitare, sono passati alla diffamazione creativa: usano titoli che poi gli stessi articoli richiamati smentiscono”

scrive Messora sulla sua pagina facebook, invitando inoltre i “giornalisti onesti” a

“iniziare una guerra di liberazione da questi pseudo-omuncoli che sputtanano tutta la categoria. Se il Movimento Cinque Stelle non parla con nessuno (e d’ora in poi neppure io) è solo colpa loro”.

Gli fa eco Martinelli:

“Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono al Movimento. Il mio compito è solo di ottimizzare la comunicazione. La mia comunicazione, è personale. Non è quella del Movimento” invece “tivù e i giornali mi stanno spacciando come il Capezzone della situazione”.

Una chiusura totale che perfino Marco Travaglio, notoriamente filo-Cinquestelle, fa notare essere grottesca:

Il  suo [di un portavoce, n.d.r.] compito è rispondere a tutti, anche a chi non gli garba, magari per comunicare le iniziative che sono la vera forza di M5S: spulciare, chieder conto di tutto, costringere i partiti a seguirlo su terreni mai praticati come la sobrietà, i risparmi, la guerra ai privilegi, ai conflitti d’interessi, l’ineleggibilità dei condannati, la difesa dei deboli, dell’ambiente e degli altri beni comuni. Invece i nostri eroi fanno gli offesi perché “parlavamo a titolo personale” e i giornalisti non li hanno capiti (ma un portavoce non parla mai a titolo personale o, se vuole farlo, si dimette da portavoce). Il risultato è da ammazzarsi dalle risate: i portavoce, da ieri, sono in silenzio stampa.

Logica in cui s’inserisce in naturale accordo l’inconsueta conferenza stampa in diretta streaming della capogruppo alla camera per il M5S, Roberta Lombardi, che, dopo la presentazione dei candidati grillini all’ufficio di presidenza di Montecitorio, si rifiuta di rispondere alle domande dei giornalisti presenti per l’occasione, saluta e va via. Per senso di trasparenza a 5 stelle.

Esiste un altro partito in Europa che attacca e rifiuta sistematicamente il confronto coi giornalisti? Sì: Alba Dorata, in Grecia. Coincidenze.

Forse per lasciarsi alle spalle il caso Grasso,  Vito Crimi torna a occuparsi di ricerca biomedica. Avevamo già notato che gli esperimenti seri di scienziati veri non incontrano il suo favore. Ma Crimi non è contro la ricerca tout court: una terapia priva di qualunque fondamento scientifico, che non ha mai funzionato, inventata da un laureato in lettere infatti merita tutto il suo sostegno!

vitocrimi_staminali

Come non accogliere un simile appello? Forse perchè i risultati delle ispezioni del Ministero della Sanità sono stati i seguenti:

  • l’esistenza di un concreto pericolo per i pazienti a causa delle modalità di conservazione dei campioni di cellule da trapiantare, preservati in modo approssimativo, identificati da etichette scritte a matita e di non chiara interpretazione e quindi facilmente confondibili

  • in uno dei due campioni esaminati sono stati riscontrati inquinanti in grado di determinare rilevanti effetti biologici avversi come il rigetto cellulare e altre reazioni immunologiche

  • il metodo è descritto in modo superficiale e incongruo e prevede trattamenti con prodotti di origine animale vietati per uso clinico. Non sono mai emersi né mai sono stati in precedenza riportati da Stamina studi preclinici effettuati su animali prima di eseguire i trattamenti nei pazienti in clinica

  • le cellule prodotte dopo stimolazione in coltura hanno una irrilevante attività biologica ai fini della rigenerazione nervosa, che scompare dopo 24 ore, e la dose di cellule somministrate è minimale rispetto agli standard di terapie analoghe pubblicati in letteratura.

I pazienti che ricevevano le cellule prodotte da Stamina erano trattati in alcuni casi con cellule proprie (autotrapianto), in altri casi con cellule provenienti da donatori esterni (allotrapianto), in altri casi ancora – e ciò ha destato profonda preoccupazione – con cellule provenienti da altri pazienti malati, con la possibile trasmissione di gravi patologie.
Il Board, applicando i principi base dell’etica medica, ritiene che il progetto terapeutico e le condizioni di applicazione della terapia siano assolutamente insufficienti e senza valida documentazione scientifica e medica a supporto riconosciuta. Sottolinea che i rischi biologici connessi alla terapia sono gravi e inaccettabili e che la conduzione della metodologia non solo non ha rispettato le norme di manipolazione e sicurezza, ma anche i più elementari standard di indagine di laboratorio.
Questa valutazione conferma totalmente gli elementi di preoccupazione circa la sicurezza e l’efficacia già espressi dalle istituzioni (Ministero della Salute, Aifa, Cnt e Iss) che stanno seguendo il caso. Il Board sottolinea il rischio che i pazienti siano oggetto di false illusioni o addirittura di truffe vere e proprie che fanno leva sulla disperazione e su promesse non validate scientificamente. Si tratta di evitare di scivolare in una china pericolosa di fronte a patologie drammatiche finora non trattabili in modo soddisfacente.
Il Ministero della Salute, cui si erano rivolte alcune famiglie con malati trattati a Brescia, aveva già alcuni mesi fa proposto di aggregare i più riconosciuti esperti a livello nazionale e, qualora necessario, internazionale, per offrire  le migliori cure scientificamente validate.

[grassetti miei]. Questa è la sanità secondo Vito Crimi. Che invoca “la libertà”: sì, quella di far sì che un ciarlatano metta in pericolo dei pazienti, approfittando della loro disperazione. Bravo senatore Crimi.