Moriremo Cinque StelleOsservatorio sul fenomeno Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio

9 Il pericoloso gioco di Beppe Grillo con i giornalisti

Oggi Luca Sofri sul suo blog scrive del rapporto tra Beppe Grillo e i giornalisti.  Sofri la vede come una specie di gioco delle parti:

Sia dai lettori che da chi fa e gestisce le notizie, politici, classi dirigenti, personaggi famosi: il giornalista ha sempre avuto il pallino in mano, perché tutti hanno bisogno di lui per essere raccontati, e vogliono essere raccontati. È così che i giornali italiani si sono montati la testa e si sono messi, per esempio, a influenzare la politica invece che raccontarla.

Grillo ha fatto saltare questa cosa, mandando ai giornalisti per la prima volta il messaggio “non abbiamo bisogno di voi” (bluffando, ma ha funzionato): messaggio che sta mandando in tilt mezza professione, con conseguenze di impazzimento che vanno dalla supplica, all’autoumiliazione, alla collera sfrenata, all’asservimento totale ai capricci divertiti di Grillo e dei suoi.

Io ho però l’impressione che ci sia dietro qualcosa di peggio. Il giornalismo, con tutti i suoi difetti, è la storica garanzia di una informazione indipendente. Nella peggiore delle ipotesi giornalisti saranno venduti, politicizzati e con secondi fini: ma perlomeno sono venduti, politicizzati e disposti a secondi fini diversi fra loro. Il ManifestoIl Giornale hanno senso perchè esistono contemporaneamente, e le domande che fa uno non le farà l’altro.

Ma il M5S ha capito bene che se vuole sopravvivere deve monopolizzare l’informazione su di sè. Rimuovendo ogni interazione con un contraddittorio esterno, delegando tutta la comunicazione a Grillo e Casaleggio (inclusa quella parlamentare, come da regolamento), comunicazione che è sempre unidirezionale: da Grillo verso il resto del mondo, e non viceversa. Il M5S impone un monologo, da prendere o lasciare -e questo è uno degli assiomi più severi del movimento, come si è visto quando la partecipazione a un talk show comportò l’espulsione dal movimento. Siccome il M5S non può ancora aspirare al controllo dei media, è costretto a tagliarli fuori per quanto possibile. In questo il metodo di lavoro del M5S è preoccupantemente totalitario.

In altre parole, il M5S non può e non vuole sopravvivere in un sistema democratico dell’informazione. Anche per questo serve il nostro piccolissimo lavoro.

Edit: Sofri riposta ora anche un vecchio illuminante post sulla comunicazione-monologo di Grillo. Intitolato, non a caso, “Emette ma non riceve”.

9 commenti »

  1. gio scrive:

    “Il Manifesto e Il Giornale hanno senso perchè esistono contemporaneamente, e le domande che fa uno non le farà l’altro”

    E se fanno la stessa domanda ad un “nemico comune” da denigrare?

    • Massimo Sandal scrive:

      Giusto. Motivo per cui serve una stampa plurale, in cui siano rappresentati numerosi schieramenti. Cosa che invece sembra infastidire il M5S, che ha nel programma l’abolizione dei finanziamenti alla stampa.

      • gio scrive:

        Secondo me la stampa non deve rappresentare nessuno schieramento, diventa facile essere di parte.

        • Massimo Sandal scrive:

          Certo, in teoria la stampa non dovrebbe rappresentare nessuno se non la verità. Infatti ho premesso: “nella peggiore delle ipotesi”. Nella migliore, hai una stampa del tutto indipendente.

          Ma anche la stampa più indipendente avrà sempre una parte, un’opinione, e francamente è meglio che, in tal caso, lo dica chiaro e tondo da che parte sta, invece di fare finta di essere indipendente. Anche la grande stampa indipendente straniera ha le sue simpatie politiche ed economiche: in UK, se leggi il Guardian, il Times o l’Independent, leggi tre visioni del mondo diverse.

          Resta il fatto che il confronto con l’informazione pubblica è parte essenziale del processo democratico, e che Grillo lo rifiuta e, quel che è peggio, lo vieta ai suoi accoliti.

  2. gio scrive:

    Adesso sono in parlamento, credo che certe cose debbano cambiare. D’altra parte Grillo ha sempre detto che i suoi possono farsi intervistare, purché parlino a nome proprio e di ciò che fanno e non a nome di tutto il movimento. E’ anche vero che certi giornalisti tendono a distorcere le interviste, ad esempio quella di pizzarotti a servizio pubblico o quella di grillo su Focus

  3. Massimo Sandal scrive:

    “D’altra parte Grillo ha sempre detto che i suoi possono farsi intervistare”

    Interviste singole sì, le concedono. Ma in televisione, per esempio, non possono andare. O sbaglio?

  4. gio scrive:

    Ho sempre pensato che valesse anche per la tv. O per lo meno ho sempre inteso questo.

  5. [...] Beppe Grillo, come abbiamo visto, non piace confrontarsi con i giornalisti italiani. Però questo disprezzo per i giornalisti scompare misteriosamente quando si tratta della stampa [...]

  6. [...] il rapporto tra il M5S e il giornalismo italiano fosse molto conflittuale, è cosa nota da tempo: dall’accusa di connivenza con la politica al rifiuto di partecipare [...]

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